SCUDO PENALE: 69 MEDICI MORTI E 100MILA OPERATORI SANITARI CONTAGIATI NON POTRANNO AVERE GIUSTIZIA
L'emendamento al Decreto Cura Italia estende la tutela anche alle «condotte gestionali o amministrative» dei vertici e specifica che non sono loro attribuibili i problemi dovuti alla «proporzione tra risorse umane e materiali disponibili». Le condotte omissive o dolose che abbiano esposto il personale sanitario, sino a provocare lesioni o morte evitabili, potrebbero restare impunite.
Ciò in quanto gli stessi operatori sanitari, anche per il tramite delle organizzazioni sindacali, hanno denunciato più volte e a gran voce le condizioni in cui sono stati (e sono tutt’ora) costretti ad operare: sprovvisti di dispositivi di protezione individuale (DPI), come mascherine, guanti, occhiali, tute, camici e calzari, oltre la mancanza di presidi ai fini preventivi per evitare contagi.
Ma se un giorno dovesse accertato che tutto ciò poteva essere evitato, chi aveva il compito di evitarlo, molto probabilmente, resterà impunito.
La presentazione dell’emendamento “Marcucci”, di fatti, va nel senso di fornire una protezione non solo ai medici ma anche ai responsabili gestionali della crisi. La tutela, infatti, introduce un’assai blanda protezione per i medici (perché ricalca la disciplina già esistente nel codice penale) ma la vera novità è la protezione fornita ai burocrati e ai dirigenti amministrativi.
Secondo il testo presentato dal capogruppo Pd Marcucci, non solo le «condotte professionali» ma anche «le condotte gestionali o amministrative» purché non «sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione» (prova impossibile da fornire di talchè la previsione resterà lettera morta).
Sulla questione è intervenuta la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici la quale ha chiesto di “Fornire un parere formale, anche in via telematica, sulla formulazione dell’emendamento al Decreto-Legge “Cura Italia”, che riguarda la responsabilità delle strutture e professionisti sanitari, e che sarà discusso la settimana prossima al Senato”.
“Dalla lettura dei vari emendamenti proposti sulla responsabilità degli amministratori nel periodo della gestione emergenziale, al netto dei possibili profili di incostituzionalità, sembra che si voglia introdurre un generalizzato colpo di spugna su tutte le condotte tenute sinora – continua la nota della Fnomceo -. Se tuttavia è comprensibile pensare ad una maggiore tutela del sistema nella fase di riorganizzazione del servizio, a seguito dell’esplosione dell’emergenza, non altrettanto si può concepire per le condotte omissive o dolose che abbiano esposto il personale, sino a provocare lesioni o morte evitabili”.
“Tali proposte non possono trovare nessun sostegno e meno che meno condivisione. Lo dobbiamo ai nostri caduti, ai cittadini che hanno perso la loro vita e a tutti coloro che, con generosità, si sono spesi per assistere e curare i pazienti in questa drammatica circostanza – si conclude -. Confermiamo in ogni caso la nostra disponibilità a rendere un nostro formale parere, pur in via telematica, nel corso dell’iter parlamentare di conversione del Decreto-Legge Cura Italia”.
Attendiamo fiducioso gli sviluppi del testo definitivo, nella viva speranza che non si aggiunga al già procurato danno, ulteriore beffa.
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